Come si diventa influencer?

Ho scritto questo articolo quasi due mesi fa, lo pubblico solo ora, ma l’introduzione ve la lascio uguale, che mi fa impazzire.

È l’una e mezza di notte, è fine Luglio ed io sto al mare.
Non ho sonno, esco in giardino, mi siedo sulla sdraio a righe bianche e gialle, la luna è talmente chiara da illuminare tutto: quale momento migliore per decidere di fare una chiacchierata con voi?

Mi presento: sono Martina,
digital content creator, web influencer, lifestyle blogger, insomma ognuno lo dice come vuole ma sostanzialmente questi paroloni in inglese indicano la stessa persona: chi guadagna con blog e social.
Tecnicamente, non è blogger solo chi guadagna con il blog ma anche chi un blog ce l’ha e basta, come passione, passatempo, senza farlo diventare un lavoro. A me oggi, però, interessa soddisfare tutte le vostre curiosità:

“Come si guadagna con Instagram?”
“Come hai iniziato?”
“Quali sono i consigli per diventare fashion blogger?”

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Tre domande cardine, per poi passare a tutte quelle che mi avete fatto in direct.
Instagram è ormai diventato un vero e proprio lavoro perché ci sono aziende che investono in pubblicità sui social, pubblicità che sta sempre più velocemente soppiantando quella sui quotidiani (e forse anche in tv, ma non vorrei azzardare). In parole povere: i brand pagano gli influencer per sponsorizzare determinati prodotti. (Scorrendo in basso, troverete tutte le risposte che vi state probabilmente facendo ora).

Io ho iniziato per caso: correva l’anno 2013, pubblicavo foto scattate in casa con i miei smalti, qualche pancake esteticamente osceno, un tramonto al mare e raccontavo le mie giornate ad amiche sconosciute sparse in giro per l’Italia, pian piano sempre più ragazze si sono appassionate al mio modo di raccontare i vari disagi che costellano la mia esistenza, al mio modo di affrontare il discorso “curvy”, alle colazioni ciccione che faccio in giro per il mondo ed ora eccomi qui.

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Maggio 2013
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Luglio 2013

Ce ne sono tantissimi di consigli che darei per fare questo lavoro, i più importanti sono:

  • curare la propria galleria pubblicando sempre foto di una certa qualità,
  • essere molto presenti sui social – interagendo con gli altri utenti, commentando stories e post,
  • avere qualcosa di diverso da raccontare – bellissima la foto del Colosseo ma se non la personalizzate esce fuori una foto identica ad altre centomila,
  • imparare ad usare gli hashtag – scegliere quelli più adatti allo scatto permette di entrare realmente in contatto con un pubblico in target che potrebbe essere interessato a quel contenuto,
  • non comprare followers finti – le agenzie se ne accorgono e sarete fuori dai giochi

“C’è un lato di questo lavoro che trovi pesante? Se si, quale? E il tuo preferito invece?”
Premettendo che, naturalmente, ci sono lavori moooolto più pesanti di questo, vi dico che non è tutto oro ciò che luccica – grande verità della vita. Spesso, durante i tour, mi è capitato di avere orari serratissimi per più giorni consecutivi e riuscire a creare contenuti validi con mezz’ora di tempo tra uno spostamento e l’altro non è stato sempre semplicissimo.
La parte che mi piace di più, invece, è la possibilità di conoscere gente che non avrei mai incontrato altrimenti e di vedere posti che probabilmente non avrei mai conosciuto. E’ un lavoro che apre la mente ed il cuore, mi fa crescere, apprendere, superare i limiti che stupidamente capita di imporsi.

“Quanti followers avevi quando hai iniziato a collaborare e come li avevi ottenuti?”
Parlo con molte amiche che si ricordano perfettamente data e brand della prima collaborazione, io, famosa per avere la memoria di un pesce rosso, non riesco proprio a ricordare la mia prima vera collaborazione. Credo fosse intorno ai 3000 followers, con qualche creatrice handmade di ciondoli in fimo (anni fa, quando andavano di moda gli orecchini a forma di cookies e le collane con i ringo). Quando ho aperto il profilo, Instagram era un mondo totalmente diverso da quello che conosciamo oggi: non esistevano influencer, nè tante collaborazioni. Le ragazze mi seguivano per leggere della mia vita e io seguivo loro per sapere come stessero, pian piano la cerchia si è allargata da se’ ed eccomi qui.

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La mia prima collaborazione: Novembre 2013 (sono andata a cercarla per voi!)

“Come funzionano le collaborazioni?”
Le aziende che decidono di investire in pubblicità sui social spesso si affidano ad agenzie di comunicazione che hanno il compito di ideare una campagna social e di contattare gli influencer da coinvolgere. Le agenzie, quindi, mi contattano per chiedermi se voglio sponsorizzare quel determinato prodotto, partecipare ad un certo tour o evento, offrendomi un compenso economico. Se il progetto è in linea con il mio stile e la fee (il budget) è adeguata, accetto, dopo aver loro inoltrato il media-kit – che è una sorta di curriculum di blogger e influencer (un documento che contiene tutti i dati insights, le visualizzazioni che normalmente fanno le stories, la copertura che raggiungono i post, la percentuale di uomini/donne che mi segue, l’età e la provenienza della fanbase, ecc).

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La mia ultima collaborazione

“Pensi che Instagram (e tutto quello che ruota attorno a questo social) diventerà il tuo lavoro?”
Instagram per me è già – anche – un lavoro, non so se farò questo per tutta la vita, probabilmente no perché questo mondo si evolverà in qualcos’altro e staremo lì ad evolverci anche noi. Per ora sono certa di non voler proseguire con la carriera giurisprudenziale, dopo la laurea vorrei fare qualche master in comunicazione per lasciarmi aperte anche altre strade, tra agenzie di comunicazione e social media manager, oltre che “semplicemente influencer”, ma chissà.

“Quali applicazioni usi per editare le foto?”
Domanda gettonatissima: io utilizzo sempre Snapseed, Vsco, Lightroom e, a volte, Photoshop Mix. Sono tutte app per cellulare, che io utilizzo in modalità gratuita, iniziando da Snapseed e poi proseguendo con le modifiche finchè la foto non mi soddisfa. Per controllare se lo scatto si lega ai colori della gallery utilizzo UNUM, app che simula il feed di Instagram e permette di spostare le foto per creare un mosaico che ci soddisfi, prima di pubblicare definitivamente.

“Fai parte di un’agenzia o le aziende contattano te privatamente?”
Non faccio parte di nessuna agenzia, ho rapporti diretti con i brand che solitamente mi contattano via mail, oppure con le agenzie di comunicazione a cui si appoggiano le aziende per creare progetti, ma le mie collaborazioni vengono gestite personalmente da me. Ho avuto molti feedback negativi di amiche che si son trovate malissimo dopo aver dato l’esclusiva ad alcune agenzie: quest’ultima guadagna una percentuale su ogni collaborazione che l’influencer fa, se il rapporto tra i guadagni è spropositato, all’influencer non conviene più.

“Ti è mai capitato di rifiutare qualche proposta di lavoro redditizia ma che andava contro il tuo modo di essere?”
Certo, mi capita spessissimo perchè i prodotti che fanno guadagnare di più gli influencer, senza far nomi, sono quasi sempre i famosissimi bibitoni miracolosi dimagranti tonificanti (o terrificanti? – parere personale), quanto di più lontano ci possa essere dal mio modo di vedere le cose. Ho rifiutato anche sponsorizzazioni di prodotti in cui non credevo (guaine contenitive da infilare sotto i vestiti per “avere una forma più sensuale” – ma siamo seri?! -, prodotti per sbiancare i denti), concorsi con siti che non ritengo affidabili.
Diffidate da chi sponsorizza le pantofole, il cane del vicino e sua madre: vuole solo guadagnare quanto più possibile e non ha alcun interesse a tenersi stretta la vostra fiducia, vi vede come numeri da spremere per monetizzare il più possibile.

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Uno degli ultimi lavori per un hotel stellato in Toscana

“Hai detto che curi i profili social di alcune attività, ti sei proposta tu oppure ti hanno contattato loro?” 
Si, sono social media manager di alcune attività qui in città e in tutti i casi mi hanno contattato loro: non cercavo lavoro, mi manca ancora qualche esame all’università quindi ero concentrata più su quello, ma tramite Instagram mi hanno scritto i titolari di questi negozi e ho pensato “perché non provarci?”. Il mio profilo Instagram è un buon biglietto da visita per questo tipo di attività perché dimostra che qualcosa di social ne capisco, ma, non avendo ancora fatto corsi o master, non ho sicuramente le competenze di chi fa questo come lavoro a tempo pieno. Creo pagine social, scatto foto, scrivo didascalie, inserisco hashtag, gestisco le risposte ai clienti, progetto concorsi ed eventi, sponsorizzo i contenuti.

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Io tenerina che ringraziavo i miei 2000 followers <3

Non ci sono trucchi, scorciatoie, inganni (vi assicuro che tutti ormai se ne accorgono e non vi tornerà nulla indietro), bisogna saper comunicare, creare contenuti interessanti e cercare il più possibile di rimanere se stessi senza farsi stravolgere da questo mondo incredibile.
Se avete altre curiosità, potete lasciarmi un commento e sarò felice di rispondervi.

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